Paura: un’amica inaspettata
Alzi la mano chi non ha mai avuto paura!
Il mondo della paura a volte si fa vivo; I nostri battiti cominciano ad aumentare il respiro si affanna, si sente un nodo in gola… In momenti come questi si vorrebbe scappare via ma, SI RESTA. Si resta perché spesso dietro la paura si nasconde un energia positiva che ci fa affrontare e superare i nostri limiti. Ci apre nuove strade e nuove possibilità. Ci fa scoprire davvero chi siamo.
La paura è un emozione che proviene dal nostro inconscio e ci ricorda che, nonostante la voglia di controllare tutto, c’è qualcosa di più forte che ci spaventa. È la stessa paura che provavamo da bambini quando ci raccontavano una fiaba in cui c’erano dei personaggi cattivi che ci spaventavano tanto ma, che una volta sconfitti non ci facevano più paura!
“Le fiabe non raccontano ai bambini che i draghi esistono. I bambini lo sanno già. Le fiabe raccontano ai bambini che i draghi possono essere uccisi.”
-Gilbert Keith Chesterton
La paura ci dice che possiamo perderci, che ci sono mostri; ma a volte questi mostri sono dentro di noi, siamo noi a renderli tali ed è grazie alla paura che li affrontiamo. Molti studi confermano che le emozioni negative sono essenziali alla nostra sopravvivenza in quanto attivano il problem solving, una risposta veloce a problemi immediati.
Questa emozione dunque è importante perché rappresenta il nostro campanello d’allarme; quello che ci segnala la presenza di una minaccia accanto a noi. Ha il pregio di segnalare i pericoli e di attivare l’organismo.
Pensiamo, ad esempio, ad un bambino che tocca una pentola bollente, non conoscendo il pericolo in cui sta per incorrere; si scotterà, avvertirà dolore, probabilmente piangerà e si allontanerà immediatamente: sicuramente, da quell’esperienza imparerà che non si devono toccare le pentole sul fuoco! In questo modo la paura diventa positiva e si trasforma in esperienza, conoscenza.
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La paura nei bambini: alcuni modi per affrontarla
Le paure sono emozioni che ogni bambino vive nel corso dello sviluppo: il buio, i mostri, i fantasmi il lupo, l’altezza, i rumori, i fulmini, gli insetti. Ma tranquilli perché esse rappresentano un fattore importante per la maturazione psichica e lo sviluppo cognitivo del bambino.
Sono, infatti, delle reazioni fisiche e psichiche utilissime, messe in atto di fronte a uno stato di allarme dell’organismo, quando si troviamo di fronte a qualcosa che non conosciamo. I bambini provano molte paure perché si sentono indifesi e conoscono ancora poco del mondo che li circonda. Dunque queste emozioni, sono transitorie e legate alla realtà che il bambino va scoprendo.
Noi genitori ed educatori ricopriamo un ruolo importante nell’ aiutare i bambini ad affrontare le loro paure.; dobbiamo infatti attivare dei comportamenti utili per sostenerli. Cosa possiamo fare :
- Facciamo esprimere i bambini chiedendo loro di raccontarci le emozioni e le fantasie che li spaventano, con dolcezza e senza forzarli. Sentirsi capiti aiuta a ridurre la tensione e aiuta ad affrontare il problema;
- Mostriamo serenità ed evitiamo i due opposti: non mostriamoci sempre ansiosi né sempre spavaldi, perché i piccoli potrebbero sentirsi soli e inadeguati o al contrario emularci e diventare “spacconi” anche a dispetto dei propri limiti ed emozioni;
- Mostriamo vicinanza e affetto nel momento in cui la paura si manifesta. Una presenza calma e affettuosa ha un immediato effetto tranquillizzante.
- Educhiamo i bambini a comportamenti positivi: meglio proporre sempre degli eroi positivi attraverso favole e fiabe che sconfiggono i cattivi grazie alle loro doti di bontà e gentilezza.
- Evitiamo i confronti: ogni bambino ha i suoi tempi, che devono essere rispettati.
- Non diciamo mai: “Affronta la paura, devi essere forte” perché può trasformare la paura in terrore e ingigantire il problema.
- Non facciamo sentire i bambini dei fifoni: proveranno un forte senso di colpa e si sentiranno inadeguati.
Fonti :www.riza.it
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L’AUTRICE
Letizia Grasso, Pedagogista
“Tutti i grandi sono stati bambini, ma pochi di essi se ne ricordano” Questa frase è impressa nel mio cuore. La bambina che si meraviglia delle piccole cose è sempre con me. Credo fermamente che la scuola debba puntare sulla costruzione autonoma delle conoscenze attraverso il contatto diretto con il mondo esterno e, dunque, tramite le esperienze di vita. Una scuola aperta alla vita e che dalla vita stessa apprende. Una scuola che insegni a osservare ogni piccola cosa, a meravigliarsi e a porsi domande. Una scuola che formi degli adulti che sappiano riflettere e mettere in relazione mente e cuore”.