Liberi di imparare da soli: l’autoeducazione e il gioco
Tutti i bambini hanno interessi, curiosità, passioni, attitudini, opinioni, preferenze. Quando vengono lasciati liberi, senza obblighi e costrizioni, seguono le loro vere attitudini.
Sapevate che esistono delle scuole rivoluzionarie in cui i bambini sono liberi di scegliere il loro percorso di studi in base alle proprie attitudini e preferenze? Queste sono nate da alcuni approcci pedagogici che mettono al centro il bambino e i suoi interessi come l’educazione autonoma e libertaria.
Esempi di scuole libertarie esemplari sono la Summerhil School fondata nel 1921 da Alexander Neill, nel Regno unito e la più recente Sudbury Valley School fondata nel 1968 da una comunità di persone negli Stati Uniti.
Che cos’è l’educazione autonoma? In che senso si è liberi di apprendere?
L’educazione autonoma si riferisce a quell’insieme di principi, esperienze e pratiche organizzative di tipo democratico che riconoscono ai bambini e alle bambine, ai ragazzi e alle ragazze la capacità di decidere individualmente e in gruppo come, quando, che cosa, dove e con chi imparare.
Con l’autoapprendimento i bambini imparano attivamente e in diversi modi: tramite le esperienze di vita nel mondo reale, il contatto con persone di tutte le età, il gioco, gli interessi personali, le passioni, le curiosità, le domande, le conversazioni, i libri, i viaggi, la famiglia e l’interazione sociale.
Questo tipo di educazione funziona perché biologicamente siamo progettati per questo; da sempre i bambini hanno imparato dall‘esplorazione, dal gioco, guardando e ascoltando gli altri. L’educazione autonoma è molto più efficiente e piacevole dell’educazione coercitiva perché mette al centro la motivazione e no i compiti e i doveri.
Scegliendo con cura cosa apprendere il bambino utilizzerà tutte le sue forze per dedicarsi all’apprendimento. Non sarà né svogliato né annoiato perché ha scelto lui cosa fare e quando farlo in base alle proprie inclinazioni e i prorpri interessi. Al bambino viene riconosciuta piena capacità di scegliere.
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Summerhill School liberi di essere felici
Summherhill School è una scuola privata britannica fondata nel 900 e tutt’oggi ancora attiva. È una scuola non repressiva priva di qualunque tipo di autorità o di gerarchia. Il pensiero cardine della scuola è che “il vero principio dell’educazione non ha bisogno di ricorrere alla paura e alla costrizione”. In questa scuola i ritmi del bambino vengono rispettati e seguiti; non vi sono degli obiettivi standard per ogni età da perseguire a tutti i costi. È una scuola che mira ad educare piuttosto che ad istruire. Lo scopo della vita, secondo il fondatore, è infatti la felicità; ed essere felici significa provare interesse per qualcosa. Qui i bambini sono motivati alla curiosità, all’interesse e alla motivazione.
Sudbury Valley School: liberi di apprendere
Immaginate una scuola dove non ci sono classi, non ci sono testi, compiti e direttori. In cui adulti e bambini hanno gli stessi diritti. Cosa succederebbe se fossero i ragazzi ad assumere gli insegnanti in base alle proprie capacità di insegnamento? Se gli alunni potessero stare tutto il giorno al’aperto? Se potessero imparare a capire cosa è giusto per loro? Se ogni ragazzo potesse decidere le lezioni da seguire? L’orario a cui arrivare? Se ognuno potesse esercitarsi tutto il giorno su ciò che ama fare?
Riuscite ad immaginare una scuola così?
La Sudbury School Valley è tutto questo. Per la Sudburry l’insegnamento non è una trasmissione di concetti in linea unilaterale insegnante-bambini, ma è intesa come una guida e un aiuto al bambino nel suo naturale percorso di crescita e processo di apprendimento.
Sin dai primi giorni a scuola, qui, i bambini vengono lasciati liberi di utilizzare il loro tempo come meglio credono senza cadere nella trappola degli orari disegnati a tavolino dagli adulti. Leggono libri, giocano a palla, vanno in bicicletta, conversano su tutti gli argomenti, conoscono nuovi bambini, imparano ad amare l’ambiente esterno e a viverlo.
Ciò che poi emergerà da questa impostazione sono tutte quelle abilità che permetteranno ai bambini di farcela nella vita: la voglia di imparare sempre cose nuove (soprattutto quelle che davvero interessano), la capacità di giudizio, il problem solving, la capacità di conversazione, la creatività e soprattutto, la passione.
Imparano molto non solo dalle lezioni che scelgono, ma anche indirettamente, facendo altre cose ( ad esempio, imparano la grammatica giocando a Scarabeo con il dizionario a portata di mano, o la matematica attraverso il punteggio dei giochi e dei video giochi, o la fisiologia e l’anatomia dei pesci andando a pescare, le regole sociali attraverso lo sport etc.).
I bambini di questa scuola spesso vengono paragonati ai bambini cacciatori- raccoglitori di cui parla Peter Grey. Questo psicologo per anni ha studiato le popolazioni dedite ancora alla caccia e all’agricoltura,viaggiando in Africa, nelle Filippine, in Malesia e in Nuova Guinea.
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Osservandole, cio che ha scoperto è proprio l’autoeducazione dei cacciatori-raccoglitori: i bambini e le bambine che vivono in queste zone non scolarizzate potrebbero essere visti come individui che non hanno bisogno di istruzione, quando invece i concetti che devono immagazzinare nella loro vita sono davvero innumerevoli e importantissimi (sapere conoscere le specie animali, tutte le loro diverse abitudini, le armi, il territorio fin nel dettaglio… E poi i semi, le piante, le specie commestibili, i ritmi di crescita delle erbe, eccetera).
Questa istruzione però non passa, appunto, dalla scuola, ma dall’esperienza. E, soprattutto, passa dai bambini stessi, e non dagli adulti, che li aiutano solo ogni tanto e danno poche spiegazioni.
Insomma: la loro istruzione passa dalla loro curiosità e dall’osservazione del mondo.
Anche i ragazzi della Subdury Valley School imparano davvero moltissimo guidandosi da sé, proprio come i cacciatori-raccoglitori, ma soprattutto imparano ad impegnarsi per raggiungere un obiettivo.
Cosa ne pensate di scuole scuole rivoluzionare e innovative? Le trovate un miraggio? O potrebbero essere un’opportunità per crescere persone libere, felici che sanno ciò che vogliono? Fateci sapere.
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L’AUTRICE
Letizia Grasso, Pedagogista
“Tutti i grandi sono stati bambini, ma pochi di essi se ne ricordano”. Questa frase è impressa nel mio cuore. La bambina che si meraviglia delle piccole cose è sempre con me. Credo fermamente che la scuola debba puntare sulla costruzione autonoma delle conoscenze attraverso il contatto diretto con il mondo esterno e, dunque, tramite le esperienze di vita. Una scuola aperta alla vita che insegni ad osservare ogni piccola cosa, a meravigliarsi e a porsi domande. Una scuola che formi degli adulti che sappiano riflettere e mettere in relazione mente e cuore”