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Giornata mondiale dell’autismo

Oggi 2 aprile la giornata si tinge di blu con la giornata mondiale dell’autismo. Istituito dalle Nazioni Unite nel 2007, la giornata ha lo scopo di sensibilizzazione per il miglioramento della vita delle persone affette da questa condizione patologica. Ma cos’è l’autismo?


E’ un disturbo pervasivo dello sviluppo che colpisce la capacità di elaborazione dell’informazione in diversi modi e livelli. In genere le persone affette dall’autismo hanno difficoltà nelle interazioni sociali, hanno deficit sensoriali con assenza di contatti visivi e scarsa capacità motoria. Alcuni sono dotati di un’intelligenza superiore e altri meno.

Negli ultimi 20 anni i casi di autismo sono lievitati: secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, oggi 1 individuo su 160 ne viene affetto.

Di solito l’autismo si manifesta già all’età di 2 anni e sembra che ad esserne colpiti sono per la maggior parte i maschi, ben quattro volte di più rispetto alle femmine. Secondo le ricerche, potrebbe essere dovuto all’esposizione anormale di testosterone del feto nell’utero. Si manifesta in soggetti dal “cervello estremamente maschile ”, in quanto le persone colpite dall’autismo presentano l’ossessione per la metodicità e nei dettagli, inclinazione verso i numeri e la matematica.

Mash&Co-autism
Inoltre i bambini autistici presentano già da piccoli una serie di comportamenti ripetivi ossessivi come battere le mani, fare suoni in modo continuo; possono sistemare le stesse cose ripetutamente per un tempo lungo e in genere prediligono attività di routine tutti i giorni.
Si pensa che la manifestazione dell’autismo sia collegata all’età avanzata di concepimento sia del padre e della madre e con la presenza di tossine nell’ambiente.

Non esiste un particolare trattamento per l’autismo, ma programmi educativi dedicati possono migliorare le funzionalità intellettive dei soggetti autistici.
Un intervento preventivo potrebbe migliorare le condizioni dei bambini autistici e le loro capacità di apprendimento e in questo i genitori hanno un ruolo primario: a questi ultimi infatti si consiglia una partecipazione molto attiva durante sessioni terapeutiche.

Questo blogpost è stato ispirato da questo articolo.

 

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